
Durante il Romanticismo, attorno al 1830, comparve il Cilindro soprannominato scherzosamente “zero”, perché si era trasformato in un tubo della stessa larghezza sia in alto che in basso. Questo accessorio era indossato non senza qualche difficoltà: avendo le falde strette e superando di un bel po’ la testa, era facile preda delle folate di vento. Era anche piuttosto ingombrante da riporre, specie se portato a cena o a teatro. Forse per questo motivo nello stesso periodo, il cappellaio parigino Gibus inventò il Cilindro elastico, che si poteva appiattire a fisarmonica grazie a invisibili e sottilissime molle in acciaio: bastava poi una leggera pressione del dito per farlo ritornare alla forma originale. A causa del caratteristico rumore a scatto prodotto dalle molle fu chiamato anche "Chapeau claque"
Intanto il cilindro non tramontava ma raggiunse altezze iperboliche tanto da essere chiamato "canna di stufa"; dopo la metà del secolo aprì con grande successo anche la ditta Borsalino, che diventò ben presto una grande e rinomata industria, tutt'ora esistente, che all'inizio del '900 arrivò a fabbricare 750.000 pezzi annui di grande qualità esclusivamente in pelo di coniglio.
Dal 1868 al 1888, in pieno periodo Eclettico, gli sport si andavano diffondendo rapidamente, richiedendo cappelli più adeguati. Il copricapo di paglia conobbe un rinnovato favore: ideale per guidare i cannotti sui fiumi, fu per questo chiamato “alla Cannottiera” o “Paglietta”; dalla campagna si diffuse poi l’abitudine di portarlo in città nella sua forma più caratteristica, usata anche nel Novecento: piatto, tondo e con un nastro nero attorno alla base. Ma la novità più importante fu il “Cappello alla Lobbia”che da noi si riteneva originato da un fatto di cronaca che fece grande scalpore: il deputato Cristiano Lobbia, raccontò di essere stato aggredito a colpi di bastone
Intanto il cilindro non tramontava ma raggiunse altezze iperboliche tanto da essere chiamato "canna di stufa"; dopo la metà del secolo aprì con grande successo anche la ditta Borsalino, che diventò ben presto una grande e rinomata industria, tutt'ora esistente, che all'inizio del '900 arrivò a fabbricare 750.000 pezzi annui di grande qualità esclusivamente in pelo di coniglio.

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